Questi versacci sono dedicati a chi, con me, ha vissuto i tempi andati e a tutti quegli eredi, fortunati, che godon oggi di comodità che noi non avevamo a quell'età
Per cominciare (questa ? storia vera!) l'acqua corrente nelle case 'un c'era, per bere e anche per "fare da mangiare" con le brocche: alla fonte ad aspettare il giro, riempire e ritornare (e a casa dentro un coppo conservata); quella del pozzo, a secchi sollevata, per far le pulizie e per lavare (il bu'o alle 'onche sempre da inventare....
Il bagno si chiamava camerino e lo pulivi con il granatino; chiuso - di giorno - dentro il comodino di notte ci serviva l'orinale, ci si puliva il culo col giornale che in quanto a 'morbidezza' era un casino: altro che 'dieci piani'.... un mezzanino!
Per lavarsi s'aveva uno stanzino, pomposamente detto 'toelette' sopra il lavabo una catinella, un bricco d'acqua, un secchio, uno specchino...
Sul camino, fornelli col carbone, ci preparavan per la colazione: ai bimbi l'orzo (pane abbrustolito), e alla napoletana ribollito, un quarto di caff?, tre di cicoria: credete, cari miei, che questa ? storia!
Ci si prendeva tutti per la mano e a scuola a piedi ("attenti, andate piano!!") le bimbe con il fiocco sulla testa (di colore diverso per la festa).
Le classi, con rigore separate, alle maestre erano affidate, dalla terza per?, per i maschiotti c'era il maestro: dava scappellotti e per consolidar l'educazione sovente ti mollava lo storcione.
Ai pantaloni corti eri obbligato fino quasi all'età d'andar soldato per? agli 'avanguardisti' meglio andava: si mettevano quelli "alla zuava".
Il pomeriggio, fatta la lezione, o si giocava a palla nel portone (palla fatta co' fogli in un calzino) oppure si correva sul pratino (per noi 'l raggio d'azione era ridotto: dalla Piazza Magenta al Murorotto); e i giochi? io ricordo senza sforzo: la trottola, il ghin?, all'urinforzo, lo 'ngiroccolo, i salti con la corda...... "Occhio alla pula" -"Bada ch'un ti morda!!" "Cinquantun per me libero tutti", "Hai voglia di b? ova", "Bada batti".
Con la famiglia, fuori per la festa, in fila indiana, genitori in testa, la "muta buona", tutti ben sciugnati, i calzerotti (lunghi) arrotolati, le scarpe belle lustre di ceretta (ancora da inventare la chiavetta)
C'erano il cinque e cinque e 'l castagnaccio (quant'era buono specie s'era ghiaccio!!!) per? cambiava nome: era toppone! occhio a' fortori ed all'agitazione; se ti sentivi male, addio Pitena! intanto ti tenevan senza cena, pel mal di pancia il calomelano, nei casi pi? complessi....era Pagliano, se l'intestino rimaneva schivo una peretta o peggio un lavativo!!
Sotto i lenzuoli, ch'erano stecchiti, il trabiccolo o 'l prete, col cardano ch'era servito come ..... SantoSano o per fare gli anelli, abbrustoliti.....
D'estate, a veglia, fuori a chiacchierare, (anche al buio potevan sferruzzare) "Oddio che caldo, qui ci si ribolle!" e allora si faceva cenciomolle.....
......Infine, qualche nome che c'ho in mente: il Serra - ritirava spazzatura, Paolotto - vendeva segatura e Celestina l'acqua puzzolente; Ardesira, Zulimo, la donnina, Masino, Piacciucci, ed Assuntina, Egisto il lattaiolo e poi Firmina......
....Tant'altra gente, che oggi non c'? pi?.. come se fosse a "Birib? chi f?"....... |