Saranno sposi quelle 'anime p?e' contro soprusi, peste ed angherie? a pro di loro, sola una speranza: la man della Divina Provvidenza?.
Stavano in due a capo del sentiero che don Abbondio percorreva ansando, con un inchin si tolsero il cimiero e dissero con aria di comando: "quel matrimonio non va celebrato, non ? cosa da fare oggi n? domani, uom' 'e rispetto ve ne fa informato e, minchia!, vuole essere ascoltato..... Cap? bene voss?a? Bacio le mani...." La prima reazione del prelato fu di sgomento ch? quei 'due cristiani' avrebbero preteso spiegazioni del perch?, del percome, come mai... e lui, nel mezzo a questo gran casotto.... tanto per cominciar... si ca? sotto!!! Quei 'due cristiani', pronti per l'altare eran Renzo e Lucia che da mesi facean progetti - solo col parlare, com'era costumanza nei paesi -. Il rifiuto del prete ad officiare fece incazzare Renzo a dismisura; propose Agnese allora di cercare un sostegno 'legale' addirittura da Azzeccagarbugli, luminare; recandogli in omaggio dei capponi, Renzo spieg? le fasi dell'intrigo ma, quando disse il nome 'don Rodrigo', lo cacci? fuori, quasi a gollettoni. Fra Cristoforo, frate e confessore, s'indigna contro 'sta soperchieria "andr? io stesso presso quel 'signore' per implorarlo; a me, figliola mia, ed al mio sajo porter? rispetto!" Povero frate, ohim?!, quale illusione!! non tollerando alcuna intromissione l'arrogante Rodrigo il frate scaccia "verr? un giorno....." Cristoforo minaccia. Agnese suggerisce un marchingegno: coi testimoni s'entra all'improvviso dicon gli sposi due frasi di rito: "questa ? mia moglie, questo ? mio marito" il prevosto non pu? che far buon viso pur se dentro di s? cova lo sdegno; ma don Abbondio non si fa fregare non appena li vede a s? davanti le campane a martello fa suonare spaventa nel paese tutti quanti!! Tristo, Rodrigo, che oramai non molla, ordina di rapire la fanciulla; entrano nella casa di nascosto, s'acquattano, per? non c'? Lucia... qualcuno d? l'allarme - un gran trambusto - per cui da casa devon fuggir via. Fra Cristoforo allora li consiglia: a scanso di vendette e ritorsioni Renzo viene spedito, su, a Milano; anche Lucia ? meglio che abbandoni: andr? in un convento, pi? lontano; parte dai luoghi cari ov'essa nacque "Addio monti sorgenti dalle acque..." Al convento di Monza indirizzata a suor Gertrude vien raccomandata; suora, ma per paterna imposizione, di controvoglia, senza vocazione, aveva avuto grande debolezza: l'aveva data a un certo Egidio, infame, che poi la ricattava una bellezza per non fare scoprir ch'era un tegame.. Comunque sia, nel chiuso del convento Lucia restava alla sua protezione ed il suo cuore, pur se non contento, batteva con minor trepidazione. Giunto a Milano Renzo Tramaglino, senza saper nemmeno dove andava, si ritrov? nel mezzo a un gran casino: i cittadini s'erano incazzati, prezzi alle stelle, pane che mancava, c'era la carestia ed affamati assaltavano i forni per il pane. Nel gran trambusto si trov? invischiato ma, visto come stava la faccenda, si trov? con il popolo schierato a chiedere giustizia, si, tremenda! ma la 'Giustizia', quella del 'Potere' lo becc? come fosse un delinquente, lo mise in mezzo, contro il suo volere, ma lui implorando fece che la gente gli si stringesse intorno, spintonando, tanto che ai birri lo sottrasse e ...via! gi? verso l'Adda, in cuore suo pensando: "l'ho scampata di nid?o, mamma mia!!!" (era certo scampato dalla forca ma la fedina ce l'aveva sporca perch? lass? a Milano la questura spiccato avea 'mandato di cattura'); di l? dal fiume gli va meglio ancora in patria di S. Marco - veneziano - Bortolo, suo cugino, ci lavora e sistema anche lui, da buon cristiano. Cugino Attilio va dal Conte zio e a modo suo ne informa quel borioso "quand'? cos?, va ben, ci penso io.."; chiede che il Superiore - rispettoso - fra Cristoforo gli levi dalle palle; in men che non si dica ? presto fatto: a Rimini, col sacco sulle spalle povero frate, obbedisce e zitto! Il Griso riferisce che Lucia ? nel convento di Gertrude a Monza; Rodrigo, furibondo alla follia tenta l'ultima carta: pensa e ponza chiede che la ragazza sia rapita a un tale, Innominato, gran fetente, un pezzo da novanta in malavita, fra tutti i senzalegge il pi? potente. Questi promette che far? il favore (in cambio d'altri gi? da lui ottenuti); si serve dell'Egidio, il trombatore di suor Gertrude e fa che lei l'aiuti; ella infatti convince la ragazza ad uscir di nascosto dal convento, fuori ci sono i bravi e la carrozza, ce la spingono dentro in un momento ed al castello dell'Innominato la portano di forza e difilato; di fronte a lui, ? terrorizzata, altro per? non pu? se non pregare e lo implora, pur se spaventata, "sa quante cose Dio pu? perdonare per un'opera di misericordia!" E qualcosa nell'animo si desta, comincia a poco a poco a maturare, decide intanto di non consegnare la preda a chi l'aveva a lui richiesta, la tiene nel castello -e l? pernotta- dove Lucia, in preda alla paura, fa voto di restar per sempre intatta pur di passare indenne l'avventura. Ma l'animo del tristo ? nel tormento, pens'anche al suicidio, addirittura! si fa strada nell'uomo il pentimento.... quella misericordia, gi? invocata dalla rapita dentro il suo castello, nell'arido suo cuore gli era entrata e non gli dava pace nel cervello; decide d'incontrare il Cardinale: quale felicit?, per lui, vederlo! la Provvidenza aveva vinto il male! pianse con lui, felice d'abbracciarlo! Al Cardinale disse di Lucia, subito don Abbondio fu chiamato "vada con questo amico al suo castello, la giovine che c'? si porti via" la cosa lasci? Abbondio spaventato: fare un viaggio solo, insieme a quello.. titub?, balbett?, divenne rosso.. e un'altra volta se la fece addosso. Al Cardinale che lo cicchettava per non aver sposato que' figlioli: -"che senza il vostro appoggio, erano soli!!"- "era della mia vita che ne andava!!". lui ripeteva, per giustificare: "chi 'l coraggio non l'ha non lo pu? dare....." A Milano Lucia fu collocata presso donna Prassede e Don Ferrante in attesa d'un'altra sistemata che col tempo verrebbe certamente; lei era autoritaria ed esigente, lui, studioso, non certo un ignorante, ognuno nel suo campo d'influenza volea le cose viste a modo proprio, ma l'accettaron con benevolenza. Finite le riserve d'alimenti che coi tumulti s'eran liberate, la carestia rimise nei tormenti tutte le genti, sempre pi? affamate; s'aggiunga a questo -ch'era gi? bastante- di Ferdinando i militi invasori che al lor passaggio non lasciavan niente saccheggiando e spogliando i territori; la paura spingeva gli abitanti a sfollar verso luoghi pi? sicuri: insieme a don Abbondio furon tanti a rifugiarsi dentro quel castello, gi? ritrovo di tutti quei ...figuri, dove il capo - pentito - or era quello che pi? rassicurava - addirittura!!! La soldataglia nel passar devasta non trovando pi? niente da rubare; ai contadini ormai altro non resta ch'aver la forza di ricominciare; ma la fine del peggio non c'? mai: nel passare, i soldati han seminato la malattia, peggior di tutti i guai; con la peste hanno molti contagiato in breve tempo il male si propaga; per incredulit?, per ignoranza, senza cure s'allarga questa piaga. Pur ricevendo allarmi, resta vaga l'Autorit?, dimostra l'insipienza traccheggiando, negando l'esistenza fino a punir chiunque ne parlasse per evitar che il popolo allarmasse; ma la faccenda divent? evidente e allora si accett?, cautamente; nel popolo per? si fece strada il sospetto che alcun la diffondesse ritenendo che col veleno ungesse porte, vestiti, s? che si ammalasse sempre pi? gente. E qualcuno, infatti, ci speculava senza alcun ritegno: portando via cadaveri a decine ne saccheggiava averi, le cantine... questi sciacalli erano i monatti. Don Rodrigo, che avverte un gran tormento, manda il Griso, in tutta segretezza, a chiamare un dottore: tradimento! lo consegna ai monatti "al Lazzeretto!" gli saccheggia la casa, ogni ricchezza, ma il bottino e la strada sono brevi, si sente male, oramai infettato, con la stessa moneta ? ripagato. Forte di fibra, Renzo pur s'appesta, ma riesce a cavarsela da solo; non appena guarito, nella testa il saper di Lucia non gli da pace la va a cercare, povero figliolo, ma al paese non trova alcun capace d'informarlo a dovere: "? a Milano!" gli dicono e lui parte, disperato (la peste gi? l'ha avuta, ? vaccinato); al lazzeretto arriva coi monatti per sfuggir della gente dal furore che l'ha accusato d'essere un untore; ma, nel cercare lei, trova il buon frate Cristoforo, da Rimini tornato, che fra i malati fa l'apostolato; per placar la sua sete di vendetta contro chi li ha costretti a tante pene gli mostra don Rodrigo, l? che aspetta morte vicina: gli fa perdonare "ama e perdona, sarai perdonato se tu perdoni il male avrai del bene" Renzo trova Lucia: ? gi? guarita ma le parole sue non gli fan bene; al sentire del voto, ch'? finita, va fuor di s?, ritorna con il frate che la libera da quel sacro impegno preso per la paura. "Ed ora andate, siate felici come meritate, e ricordate di me nell'orazione" A risanare i mali..... l'acquazzone!!!! si pu? ricominciare a nuova vita; Abbondio (pi? tranquillo nel sapere che don Rodrigo ? morto) li marita, vendono ad un buon prezzo il lor podere, comprano un filatoio nel bergamasco, fioriscon negli affari con giudizio, s'arricchiscon di tanti bei figlioli com'era desiderio dall'inizio di questa storia a nostra conoscenza, giusto i disegni della Provvidenza!!
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